Il professor Andrea Canevaro non c’è più

 

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Il professor Andrea Canevaro non c’è più.

 

     Alcuni di noi hanno avuto la fortuna di frequentare le sue lezioni, di seguire i suoi interventi, il privilegio di lavorare con lui o di partecipare ai suoi progetti. Alcuni hanno in verità avuto modo di conoscerlo personalmente e di capire da subito di quale rara e squisita umanità egli fosse dotato. Altri ne avranno solo sentito parlare, o avranno letto i suoi libri.

Per tutti, anche e soprattutto per chi non lo avesse conosciuto, vorremmo ricordarlo, perché se la scuola italiana continua a rappresentare un punto di riferimento per gli studi, la ricerca e la pratica nell’ambito della Pedagogia Speciale  si devono soprattutto a lui, ad Andrea Canevaro, colui che ha reso un po’ speciali tutti coloro che vivono la disabilità o la condividono.

     Andrea Canevaro rappresenta un punto di riferimento scientifico a livello internazionale, grazie ai suoi contributi di ricerca per l’integrazione delle persone con disabilità e per quella che lui definiva la prospettiva inclusiva; a questa fama di ricercatore univa la capacità di saper ascoltare tutti, di non escludere alcun contributo; chiunque poteva passare dal suo studio, anche solo per un saluto, ed ecco che veniva coinvolto nella discussione, perché il problema di uno poteva essere il problema di tutti. Certamente era intenzionale, pedagogicamente ed ideologicamente determinata questa sua pratica dell’ascolto e dell’accoglienza, ma ciò che sorprendeva era la capacità di restare sereno e di non giudicare mai gli interventi, sorrideva con quegli occhi grandi e gentili e poi proponeva delle chiavi di lettura, dei “sassi galleggianti” attraverso i quali muovere dei passi per un percorso di attraversamento, per delineare una rete condivisa di costruzione di qualcosa di nuovo, di buono e soprattutto di giusto.

     Ci piace ricordare come nel suo modello teorico di riferimento – la Pedagogia Istituzionale-  vengano valorizzati tutti i componenti della comunità educativa, in una visione dinamica e funzionale dell’organizzazione che ha come obiettivo il benessere di chi vi è inserito. In particolare egli riteneva che dovessero essere coinvolte in un’operazione di condivisione, formazione, responsabilizzazione tutte le figure presenti nell’organizzazione educativa, dai collaboratori scolastici agli insegnanti, dagli educatori professionali agli assistenti di base, riconoscendo la determinante valenza educativo-relazionale di ogni soggetto: nella prospettiva inclusiva non si può escludere nessuno dall’essere partecipe e protagonista.

     Abbiamo ancora bisogno delle sue metafore, dei suoi paradigmi pedagogici storicamente, epistemologicamente ed eticamente fondati, come Jean Marc Itard, madame Guerin o il sommo Janusz Korczak; ma Andrea Canevaro li ha fatti diventare nostri, nel modo migliore: spendendosi per chi ne avesse bisogno nel proprio tempo e nel proprio contesto, formando educatori, pedagogisti, insegnanti e semplici cittadini che hanno avuto bisogno di lui per capire come costruire i propri diritti.

 

Il professor Andrea Canevaro c’è ancora. Siamo qui a testimoniarlo.